Un’amica mi ha regalato un libro che ho divorato in pochi giorni. Parlo di Walkaboutitalia: l’Italia a piedi, senza soldi, raccogliendo sogni. E’ il racconto di Darinka Montico, una ragazza che ha deciso di percorrere la nostra Italia interamente a piedi, assolutamente senza soldi e in un percorso da lei segnato, che le ha riservato non poche sorprese. Mi sono rivista molto in lei e non nascondo che mi ha messo una incredibile voglia di ri-partire con il mio zainetto sulle spalle.
Walkaboutitalia mi piace perché analizza con intelligenza l’attuale situazione italiana per quanto riguarda la gestione delle risorse, la mafia, gli abitanti combattivi e quelli arrendevoli. Lo fa senza troppi sentimentalismi alla Federico Moccia (avrebbe tranquillamente potuto visti i magnifici incontri fatti, ma credo abbia preferito tenerli per sè).
Mi ha fatto tristezza in alcuni punti, perché mi ha portato a riflettere profondamente sulla stupidità umana, ma per lo più si è rivelata una lettura piacevole e molto motivante.
Il suo modo di raccontare ti sbatte in faccia il problema, per poi portarti a chiedere “cosa posso fare?”; con rammarico la mia prima risposta è stata “niente, non ci posso fare niente.”
In un secondo momento, forse incoraggiata dalla playlist musicale consigliata alla fine del libro, sono arrivata alla conclusione che… qualcosa posso fare nel mio piccolo.
Posso continuare a raccontare quello in cui credo, posso scegliere di non arrendermi (soprattutto di non lamentarmi), posso decidere di vivere appieno la mia terra prima di decidere di fuggire all’estero, posso decidere di migliorarmi ogni giorno. Perché si sa, il giardino del vicino è sempre più verde, ma che cavolo… se lui ci riesce posso farlo anche io!
Se anche tu ami vivere un viaggio a 360°, imprevisti compresi, allora questo racconto potrebbe ispirarti. Ora lascio che sia Darinka a presentarsi e a descrivere la sua incredibile avventura.
WALKABOUTITALIA – DARINKA MONTICO
Presentati brevemente agli amici di My Life in Trek
Non amo definirmi, forse perché le definizioni sono delle scatole che usiamo per comodità parlando di altri essere umani e preferisco stare fuori.
Mia mamma mi chiama “nata con la valigia”, credo sia piuttosto accurata come descrizione.
Nel libro descrivi la sensazione che ti ha fatto scattare la molla e dire “io parto”. Come hanno reagito i tuoi datori di lavoro e parenti?
Mah, la storia non è esattamente così semplice nel senso che “io parto” lo dico molto spesso e non è che lo dico e basta. Sono partita effettivamente la prima volta quando avevo 19 anni e non ho mai smesso di ripartire, nè sono mai “tornata”. Ho trovato mille lavori ovunque andassi, ma credo di non averne mai trovato uno “normale”.
Dalla spogliarellista, all’insegnante d’inglese alle scuole elementari in Asia, massaggiatrice di teste di giocatori di poker nei casinò, volontaria in Tailandia dopo lo tsunami, barista in bikini nelle miniere australiane, ho avuto e gestito un ristorante a Vientiane in Laos per 4 anni. Insomma diciamo che la maggior parte dei miei datori di lavoro si è sempre aspettato non sarei rimasta per sempre, io stessa lo sapevo, per questo ora scrivo di viaggi per sopravvivere, in modo da potermi portare il mio lavoro (che è anche la mia più grande passione) ovunque. Per quanto riguarda i miei genitori è un’altra storia, riassumendo ora sono felici di vedermi serena e realizzata.
La domanda sorge spontanea: hai avuto paura prima di partire? Se sì, come l’hai affrontata?
Certo che ho avuto paura, la spiegazione migliore la trovi nella mia TED talk (o in walkaboutitalia)
Raccontaci una situazione difficile che hai dovuto affrontare lungo la Via.
Mah diciamo che insormontabili non ce ne sono state, difficili, all’inizio qualcuna. Come relazionarmi con “potenziali” malintenzionati (Ho risolto inventandomi che stavo facendo un documentario e che avevo una troupe televisiva che mi seguiva). A volte è stato difficile ritrovarmi completamente sola in posti assolutamente sperduti, senza sentieri, facendomi strada come possibile tra l’erba alta. Poi in un modo o nell’altro la strada si ritrova o ti ritrova sempre.
Nel libro ti riferisci spesso alla musica. Che effetto ha sul corpo in cammino?
Stimolante. Doping del camminatore. In ogni caso a volte, se la natura è prorompente intorno a me, preferisco lasciare spazio al suo silenzio.
Hai girato tutta l’Italia trovando accoglienza nei posti più disparati. Al di là della tua scelta, percorrere la Via Francigena è caro come dicono o è facile organizzarsi per non spendere soldi inutilmente?
Io non avevo un euro in tasca dalla Sicilia al Piemonte, quindi posso garantire che è fattibile anche senza soldi. (non avevo nemmeno la tenda e ho sempre trovato ospitalità)
Racconta il ricordo più bello della tua esperienza
I ricordi piacevoli del viaggio in Italia sono innumerevoli e ormai accavallati uno sopra all’altro nella memoria. In ogni caso quel viaggio in particolare per me è stata una terapia per guarire da un forte dolore ed ha funzionato. Guardare alle mie cicatrici e ai miei errori con amore e compassione è sicuramente un risultato che è andato ben oltre alle mie aspettative. Redenzione.
Dai un consiglio a chi vuole partire ma non ha il coraggio di farlo
che si legga i miei libri ;-). Per chi volesse seguire il consiglio:
- Walkaboutitalia: l’Italia a piedi, senza soldi, raccogliendo sogni
- Mondonauta
- Più informazioni su Darinka
E tu? Qual’è il viaggio che sogni da tempo di fare ma che ancora non hai potuto realizzare? Dimmelo nei commenti. Per quanto mi riguarda si sà, l’India. Ne parlo qui.
Buona lettura!
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