Decidi di voler passare diversi mesi camminando per esplorare una parte di mondo lentamente, prendendoti il tuo tempo e perdendoti tra i tuoi pensieri, portando solo ciò di cui hai bisogno sulla schiena.
I tuoi piedi sono stanchi, i tuoi vestiti sono sporchi, il sudore ti sfrega contro la pelle causando eruzioni non identificabili, sei accaldato, hai freddo, sei spaventato, sei nervoso, ti mancano le persone care, ma inspiegabilmente sembri voler continuare a camminare per 12 ore al giorno.


Sorge spontanea una domanda:
Perché decidiamo di torturare il nostro corpo e metterci in queste situazioni?
Possiamo dedicare ore e giorni a cercare materiale negli affollati centri commerciali, cibo, soste in città magiche, ma alla fine è il dono del tempo e dell’esperienza che porteremo con noi per sempre nelle nostre vite ciò che più inseguiamo.
Solo quando decidiamo di affrontare una sfida e spingerci al di fuori della nostra zona di comfort, siamo in grado di imparare e crescere da questa esperienza.
Il mio cammino
I nostri corpi sono molto più capaci di quanto pensiamo e così la nostra mente se riusciamo a gestirla.
È incredibile quanto riusciremo a realizzare se dedichiamo il nostro tempo, energia e sforzi alla realizzazione di qualcosa di grande.
Ho deciso di tentare il Cammino di Santiago l’estate del 2016 e ho completato gli 800 km previsti; anche se nel frattempo sono stata costretta a fermarmi un giorno a causa della tendinite. Ne ho fatti diversi di viaggi a piedi ma in questo viaggio ho avuto zero aspettative. Ero pronta per qualsiasi cosa.
E’ finito in 26 giorni a causa dell’entusiasmo incontenibile, anche se avrei voluto metterci più tempo e godermi ogni dettaglio del Cammino, ma l’esperienza che ho acquisito è stata indescrivibile.
Lascia che sia.
Non avevo idea che sarei cambiata così tanto. Il più grande insegnamento del viaggiare a piedi è stato che tutti i piani minuziosi che facciamo prima di partire, inevitabilmente verranno rigirati dagli eventi e tu ti devi adattare se vuoi restare a galla, nella vita ci sono cose che non puoi controllare e va bene così. Lascia che sia.
Ma in questo momento, ci stiamo godendo ogni singolo passo?
Camminando sulla morbida terra sotto i miei piedi, vedendo quella colorata alba sopra la testa, ogni giorno poteva essere l’ultimo sulla Via e non lo sapevo nemmeno.
Come non sapevo dove avrei dormito la notte o quali storie meravigliose avrei ascoltato dai compagni provenienti da tutto il mondo.
Come quella di Ping, ragazzo coreano che studia spagnolo e sognava da tempo un viaggio così. Armato di cappello Kasa, ombrellino di carta e 14 kg di zaino, chissà se è arrivato a Santiago de Compostela.
Oppure Adelaide, ragazzona tedesca che camminava con uno zaino di 12 kg, visibilmente rallentata dal sole cocente e dalla carenza di acqua ma felice di arrivare ogni giorno alla fine della tappa.
Ho capito anche che l’importante è tenere il bagaglio leggero. Che tanto, le cose materiali contano fino ad un certo punto, la cosa più importante da portare con sè è l’entusiasmo misto a istinto di sopravvivenza.
E’ l’unica cosa davvero necessaria.

Godiamoci ogni secondo di ogni avventura
Alla fine, ero così grata per tutto ciò che mi circondava: gli escursionisti, i panorami, gli abitanti.
Ho imparato che è così importante non dare per scontate queste cose, godersi ogni singolo minuto di ogni esperienza in cui ti trovi, perché in pochi secondi tutto può cambiare completamente.
Come mi piace dire spesso: la vista più bella è dopo la salita più dura.
I miei socials