Siamo nella Riserva Naturale dello Zingaro per un trekking nel sud Italia. Nel 1980 ben 3000 persone occuparono il territorio dello Zingaro, oggi riserva naturale, per chiedere alla Regione Sicilia di proteggerlo dall’industrializzazione, visto che era ancora del tutto integro.

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Galleria scavata per l’autostrada che non si è mai realizzata

Questa è una delle zone più belle d’Italia e ci si passa solo a piedi, i mezzi di trasporto a motore sono banditi!
L’area propone 3 percorsi di diverso livello: il sentiero della costa, il sentiero a mezza costa e il sentiero alto. Io ho fatto il più semplice, quello costiero, e l’intermedio, quello di mezza costa (mi riservo le vette più alte per la prossima volta).

Sul sito ufficiale ci sono tutte le informazioni necessarie per partire con il piede giusto.

Qui passa anche il famoso Sentiero Italia, che con i suoi 7000 chilometri è il percorso di trekking più lungo in Europa e attraversa tutto lo stivale.

Il Sentiero Costiero è il meno impervio nella riserva dello Zingaro e porta facilmente alle calette, ma è anche il più affollato, soprattutto nel periodo estivo. Il sentiero di mezza costa è meravigliosamente panoramico e immerso nei fiori, ma prevede qualche saliscendi che un neofita accuserebbe.

Non è inusuale trovare cespugli o arbusti pungenti e animaletti, in primavera poi, periodo che consiglio, è pieno di fiori profumatissimi e tra aprile e maggio fioriscono le orchidee selvatiche. Un vero spettacolo!

Bisogna avere sempre buone scorte d’acqua perché le poche fontanelle non sono potabili e, mi raccomando, proteggere la pelle dall’esposizione del sole!

La distanza per la sola andata è di circa 7 chilometri e la durata del percorso può variare considerando la possibilità di visitare le varie calette che si incrociano lungo la via.

Se si esplora tra i sentieri si trovano Cala dell’Uzzo, Cala Marinella, Cala Beretta, Cala della Disa, Cala del Varo e Cala Capreria, oltre che la più famosa e frequentata Cala Tonnarella dell’Uzzo, dove ho fatto il mio pranzo al sacco a base di arancine che mi sono portata da Calatafimi Segesta.
Il paesaggio è ricco anche di ginestre e timo, mandorli e frassini, carrube… tipico della macchia mediterranea.
La roccia e l’acqua fanno da contrasto con la pietra bianca e il verde della vegetazione.
Esistono due ingressi per accedere alla riserva: il lato nord da San Vito lo Capo e il lato sud da Scopello.

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All’ingresso è necessario pagare il biglietto. Il prezzo è di 5 €, mentre l’ingresso per i bambini è ridotto e costa 3 €. Lo trovo giusto.
All’interno dell’area si trovano il Museo Naturalistico, il Museo delle Attività Marinare, il Museo della Civiltà Contadina, il Museo della Manna, il Centro di Educazione Ambientale, due aree attrezzate e degli antichi caseggiati rurali adibiti a rifugio, presso i quali è possibile anche pernottare. Dormire e svegliarsi lì deve essere incredibilmente suggestivo, dovrò provare.

Ti lascio al video di YouTube che ti permetterà di vedere con i tuoi occhi ciò di cui sto parlando.

Se ci vai o ci sei stato, fammi sapere con un commento la tua esperienza!