Ti porto a camminare al Monte Nudo: un panoramico percorso sulle Prealpi lombarde occidentali, che affaccia nel Lago Maggiore, splendidamente incorniciato dalle montagne.
Ricorderai certamente i vicini Pizzoni di Laveno, come loro questo non è un percorso adatto a tutti, ma ne parliamo un passo alla volta.

Foto di Daniele Gomiero @wildtherapy

Panoramica della zona

La sezione delle Prealpi Varesine e Comasche è disordinata dal punto di vista orografico, i rilievi montuosi non sono disposti in catene orientate in specifiche direzioni, ma presentano dei raggruppamenti senza un particolare orientamento. L’altezza delle vette aumenta da sud a nord e da ovest a est, con qualche eccezione.

Luogo

Partenza da: Vararo – si arriva da Cittiglio
Arrivo: Vararo – giro ad anello
Catena Piambello – Campo dei Fiori – Nudo

Durata

Durata percorso: circa 2 ore e mezza soste escluse
Periodo migliore: tutto l’anno (evitare i mesi più caldi) – frequentazione media – libro di vetta

Difficoltà

EE (Escursionisti Esperti)
Parte di cresta rocciosa, di recente il sentiero è stato distrutto dalla caduta di alberi secolari e attualmente non è ancora stato ripristinato. Consiglio di aspettare perché è molto pericoloso

Dislivello

Dislivello positivo: circa 480 m
Sentiero segnato, un punto di appoggio al Ristorante La Gigliola di Casere, munirsi di normale attrezzatura escursionistica

Monte Nudo

Splendido balcone affacciato sulle Alpi Occidentali e sul Monte Rosa in particolare, il Monte Nudo è la cima più alta del gruppo compreso tra la Valcuvia e il tratto di costa del Lago Maggiore che va da Laveno a Luino.
Le sue forme sono arrotondate e verdeggianti, per secoli la cima è stata un luogo di fienagione da parte dei valligiani e localmente veniva chiamato “Biota” ovvero Montagna Nuda, data l’assenza di alberi (originariamente si chiamava Monte Pellegrino, ma ormai non c’è più traccia di questo nome neppure su vecchie carte).

Nel secondo dopoguerra c’è stata un’intensa opera di rimboschimento che lo ha cambiato. Estese pinete hanno rivestito la sua nudità, che di recente sta tornando vista la massiccia caduta di questi colossi per via del vento.

Non appena la situazione sentieristica verrà ripristinata il Nudo sarà facilmente raggiungibile da più parti. Montagna dolce e relativamente poco “cattiva”, si presta bene all’escursionismo, soprattutto nelle mezze stagioni.
Tutti gli itinerari sono facili, piacevoli e panoramici. Alcuni percorsi dalla Via Verde Varesina (3V). Io l’ho fatta tutta, ma purtroppo è abbandonata da tempo.

Come arrivare al Monte Nudo

Come dai Pizzoni di Laveno.

Dal Passo del Cuvignone, dove si può arrivare anche in auto, si lascia il bivio per il Monte Crocetta a destra e si prosegue seguendo le indicazioni. Prestando attenzione lungo la tagliafuoco si troverà presto un bivio per la cresta, vanno bene entrambe le parti ma seguendo questo nuovo tratto si passano speroni rocciosi che portano fino alla cima.

La tagliafuoco bassa è stata costruita negli anni ’80 dopo un terribile incendio. A destra scende a Pozzo Piano (891 m), la salita porta alla nostra meta, costeggiando la crestina.
Entrati nell’ombrosa pineta, la mulattiera procede pianeggiante.

La cresta è inizialmente piuttosto ripida, procede poi per saliscendi ricoperti da vegetazione e roccette fino a spianare (eh sì, poi spiana!) verso la croce metallica.

La discesa dalla cima si può fare dalla pineta che porta alla tagliafuoco, così da compiere un mini anello (sconsiglio la cresta al ritorno). Si entra nel bosco e si compiono i tornanti su di un soffice tappeto di aghi fino al punto di partenza.

Mia

Nota importante

Il sentiero di tornanti appena descritto non esiste più per via degli alberi caduti.
Il tratto è molto pericoloso e, siccome non è l’ideale fare la cresta al ritorno, va da sé che per vedere questa magnifica vetta sarà bene aspettare il ripristino del percorso.

Variante

Partendo da Aga, frazione di Casalzuigno raggiungibile anch’essa da Cittiglio in pochi minuti, è possibile effettuare una bella escursione interamente immersa in fitti boschi di castagno e nocciolo (immagina i colori del foliage autunnale).

Si arriva al già citato Pozzo Piano, cui si arriva passando alcuni ruderi dell’alpeggio ormai abbandonato da decenni.
Si lascia a sinistra l’osservatorio faunistico, si imbocca la tagliafuoco e il resto è storia…

Ulteriori informazioni