Devo condividere l’emozione che mi ha regalato questa gita agli Orridi di Uriezzo. Un consiglio per chi non può permettersi il Grand Canyon ma vuole fare l’esperienza di camminare in un alto crepaccio. La Val Formazza mi ha stupita oltre ogni immaginazione.
La meta è agli Orridi di Uriezzo, vicino Premia, per poi proseguire alla Cascata del Toce e al Lago di Morasco. Ho camminato attraverso gole e crepacci, affascinata dall’ambiente suggestivo e sentendomi davvero piccola. Consiglio se la giornata è piovosa di indossare calzature adatte ad un fondo scivoloso.
Cosa sono gli Orridi?
In poche parole sono crepacci scavati dai fiumi che passavano sotto i ghiacciai che ricoprivano la valle milioni di anni fa. Oggi possiamo camminare nel letto dei fiumi che ormai non ci scorrono più. Invece dell’acqua troviamo un ambiente formato da muschi e felci che trovano il loro ambiente adatto. Gli ingressi agli Orridi sono 3, facilmente percorribili a piedi. (Valle Antigorio)
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Le Marmitte dei Giganti
A poca distanza troviamo le Marmitte dei Giganti, pozzi e insenature scavate allo stesso modo degli Orridi, dove l’acqua ancora scorre in tutta la sua potenza. Durante l’ultima glaciazione l’intera zona è stata modificata dall’erosione e nelle Marmitte possiamo osservare il percorso che ha compiuto l’acqua, lasciando le rocce levigate. L’intera zona, ricca di storia, è facilmente percorribile anche con i bambini e soprattutto in estate può essere una buona idea per pic-nic alternativi.
Le Cascate del Toce
A questo punto consiglio di proseguire in auto seguendo la direzioni per le Cascate del Toce, in Val Formazza. A circa 20 km. Già lungo la strada resterai affascinato dalle montagne circostanti e dalle numerose cascate che danno solo una magra anteprima di quel che troverai in cima.
La cascata è la più alta d’Europa, misura 143 m. Sulla sommità c’è un balconcino panoramico in legno, da cui si gode la vista sulla valle sottostante. Tieniti forte perché c’è spesso molto vento! E’ presente un albergo dal 1863 fondato da un imprenditore che, precursore dei tempi, vide un potenziale in quella zona che ben presto sarebbe diventata attrazione turistica.
L’escursione sembra finita, ma la curiosità mi ha spinto a seguire la strada, riservandomi un’altra sorpresa. Poco più in alto c’è in un’ampia vallata sotto la Diga di Morasco. Ci troviamo a Riale.
Se sei un camminatore apprezzerai sapere che da qui partono diversi sentieri di trekking e c’è anche la possibilità di fare il giro del lago o una bella ciaspolata. Questo è un piccolo angolo di mondo che sono felice di aver visitato. Si respira molta pace e ci si rende conto di quanto, nonostante il nostro grande ego, siamo in realtà molto piccoli.
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La diga è lunga 525m ed alta 55m, alcuni metri più in basso c’è la centrale elettrica che sfrutta l’acqua del lago per produrre energia. A fine aprile il ghiaccio inizia a sciogliersi, quindi calcola bene il periodo della visita in base a ciò che desideri fare, ricordando che l’altezza qui è 1800 m (gli Orridi ad aprile sono agibili). I punti panoramici e le bellezze naturali trovate mi hanno regalato grandi emozioni. Secondo me resta un posto magico che vale la pena visitare almeno una volta nella vita.
Ultima curiosità!
In questa valle viene prodotto un formaggio speciale, il Bettelmatt. Si ottiene dal latte vaccino ed è nato nel XIII secolo dalla colonia Walser che abitava queste montagne. E’ così buono che veniva usato come moneta contante!
Il mio articolo è finito. Lascio il video YouTube. E’ datato ma puoi vedere ciò di cui parlo. Se sono riuscita ad incuriosirti un po’ dillo con un commento! Ti saluto e ti aspetto al prossimo post!
Alessandro
In riferimento alla gita agli orridi di uriezzo meglio evitare accenno alla possibilità di fare il bagno nella zona delle marmitte. Anche in estate l’acqua è molto fredda e le pozze sono molto profonde e con roccia liscia e scivolosa che in caso di bisogno non offre la possibilità di aggrapparsi. Purtroppo sono morte già diverse persone…quindi meglio non farne cenno
My Life in Trek
Questo non lo sapevo, grazie per il commento