Vi ho chiesto su Instagram se volevate una recensione dell’ultimo libro letto, perché ritengo essere uno dei migliori mai letti da me, e avete risposto tutti sì al 100%.
Fuori nevica, io ho un maglione caldo di alpaca preso in Perù ed una tisana alle erbe in mano e sono pronta per raccontarvi: La ragazza della palude, di Delia Owens.

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Io che guardo le saline della Camargue, che nascono in palude. Qui ho iniziato a collezionare piume… di fenicottero!

Il libro in questione mi è stato consigliato da un membro della community di My life in trek, che vedendo le Instagram stories sulla mia collezione di piume e penne, mi ha consigliato questo titolo perché anche la protagonista ne va alla ricerca.
L’ho comprato sulla fiducia, e non me ne sono pentita. Grazie.

6 milioni di copie vendute per La ragazza della palude, edito da Solferino.
E’ la storia di Kya da quando è piccola fino alla vita adulta.
Non è una storia banale, ma viene raccontata con leggerezza e delicatezza in circa 400 pagine pur essendo un racconto intimo che affronta temi importanti, tra vicende intricata e e colpi di scena.

I temi affrontati sono di grande attualità, pur riferendoci agli anni ’50-’60-’70:

  • Il diverso: lei ha subìto una vicenda forte che in qualche modo l’ha resa “additabile” da tutti i compaesani che la ritengono diversa e quindi da evitare. Non parliamo solo di razzismo, ma del diverso in senso più ampio, del pregiudizio di persone che invece si sentono appartenenti alla stessa categoria, omologate tra loro.
  • La violenza sulle donne: viene trattato in diversi momenti ed in circostanze diverse. Purtroppo fa abbastanza immedesimare e da giovane donna posso dire di averne sofferto. Mi interessa il parere maschile, quindi se sei un uomo e lo hai letto, fammi sapere cosa hai provato.
  • La ricerca dei “perché”: tutto il racconto parla di natura, di una donna che vive nella natura selvaggia tutta la vita e che ricerca i comportamenti umani nel mondo animale, spiegandone le dinamiche. Possiamo capire tanti dei nostri perché attraverso il suo giustificare atteggiamenti ritenuti brutti, ad esempio l’abbandono dei figli, rifacendosi al mondo animale e ai concetti di sopravvivenza.
    Sono spunti di riflessioni che non avevo mai letto e certamente non andavo a ricercarne similitudini nella natura, perché le vedevo come sbagliate e da punire. Invece, ahimè, siamo animali e come tali ci comportiamo.
  • La solitudine: Kya si è sentita sola tutta la vita e quando arrivano persone che le vogliono bene lei ha paura e le respinge.
  • Radici: sta a voi scoprire il perché, ci vuole un po’ di mistero.

Kya è selvaggia e libera. Tante persone inquadrate nella società e nelle sue regole decidono che ne vogliono un pezzetto fino a farle del male, forse per assaporare quel senso di libertà che a loro manca.
E’ una cosa che a volte mi capita, tante persone vogliono conoscermi perché mi vedono in qualche modo più libera, forse strana. Mi ci sono rivista, ma mentre Kya si chiude davanti al dolore e alla paura di soffrire, io cerco di sfruttare questo gioco mentale per conoscere persone splendide ed imparare da loro.

E’ una storia di lotta, di crescita costante, di riflessione, di amore per la natura e… di collezione di piume e conchiglie!

La ragazza della palude è partita da una situazione che la vedeva come fallita per poi trasformarsi in una persona molto più bella, realizzata e brillante di tutti quelli che sin dall’inizio hanno avuto le possibilità che a lei sono mancate. Questo è stato il suo riscatto con la vita, nonostante un risvolto inaspettato a conclusione del racconto (che ci insegna a non dare mai nulla per scontato).

Se vuoi acquistarlo puoi farlo da qui, Amazon mi darà qualche centesimo di supporto, che accumulerò per reinvestire in nuovi libri e nuove recensioni. Se lo leggi fammi sapere cosa pensi perché ci tengo tanto.