Mi piace camminare, mi piace farlo ripercorrendo sentieri e strade storiche, dove prima di me sono passati migliaia di viaggiatori per secoli e secoli. Le Alpi sono la mia seconda casa, mi catturano per la loro bellezza e il fascino delle loro popolazioni. Così mi è sembrato interessante percorrere e descrivere come si sono unite due piccole ma importanti città delle Alpi, Thusis e Chiavenna.

La Via Spluga, che le collega, rappresenta una splendida via storica nel centro delle Alpi, lasciate che ve ne parli meglio.

Lago a Montespluga

Un po’ di storia della Via Spluga

Già 2000 anni fa la Via Spluga era il collegamento tra la pianura Padana e il centro Europa. Genti, merci e idee passavano attraverso il valico, percorrendo il sentiero lungo circa 85 km che unisce Thusis e Chiavenna.

Poco più di 200 anni fa, a sud e nord del Passo dello Spluga, ci si pestò a sangue, i signori dei Grigioni furono cacciati dalla Valtellina, lo stato dei Grigioni perse le terre meridionali.

Il commercio, nel tempo, fiorì al Passo dello Spluga. Solo dal secolo scorso, ad oggi, venne chiuso nel periodo invernale. Nasce la Via Spluga, un sentiero oggi escursionistico, la via più diretta tra Monaco di Baviera e Milano. Un itinerario che ho trascorso con estremo piacere, serenità e arricchimento.

Quindi perché sia chiama Via Spluga? Il Passo dello Spluga, a 2113 m, ha dato il nome alla via perché ne è il punto più alto. Si trova nelle Alpi centrali, proprio al centro di esse, quasi ugualmente distante da Nizza e dall’inizio del bassopiano ungherese, all’altra estremità.

L’aspetto centrale lo occupa anche nella storia primitiva: sono stati scoperti utensili di cristallo di rocca, quarzo, pietra focaia, residui ossei, tracce di focolari che consentono di affermare che qui, già nel paleolitico e mesolitico, circa 10000 anni fa in estate, cacciatori e nomadi si appostavano alla ricerca di camosci, cervi e marmotte.

Ci sarebbe davvero tanto da dire, e se vuoi possiamo approfondire (basta chiedere in un commento), però ora arriviamo “alla ciccia”, come puoi replicare il viaggio tu stesso?

Permettimi di concludere questo paragrafo con una riflessione su questo tipo di turismo.

Nella progettazione di sentieri escursionistici, si dovrebbe evitare la costruzione di nuove vie e ripristinare le infrastrutture già esistenti, spesso non più utilizzate e in rovina. Da un lato per motivi ecologici e ambientali, con interventi meno invasivi sul paesaggio, dall’altra per motivi culturali. L’escursione “con contenuto” è utile e permette di arricchire il puro camminare fine a se stesso. Vogliamo godere della natura, godere dei racconti della gente dei paesini, dei retroscena storici che hanno contrassegnato quel passaggio e l’esistenza di chi lo abita.

Suggerimenti pratici per organizzare la tua Via Spluga

Percorribilità

  • Le tappe possono essere accorciate o allungate a piacere. Io ho percorso la Via Spluga in 4 tappe, con 5 siete più comodi.
  • Ci vuole allenamento e attrezzatura adeguata (e rodata).
  • Sono percorsi di montagna, dovete sapere cosa vuol dire frequentarla.
  • Il periodo giusto va da giugno a metà ottobre, altrimenti potreste trovare neve (e strade chiuse).

Arrivo al punto di partenza e mezzi pubblici

La Via Spluga non è un percorso ad anello. Se arriverete con l’auto ci saranno parcheggi nei centri più grandi ma Thusis è parecchio cara.
Io ho lasciato la mia auto nel parcheggio vicino alla stazione di Chiavenna, vicino all’Info Point e alla fermata dei bus. Lì ne partono anche per Thusis, ed è la soluzione che vi consiglio (vedrete tutta la strada che farete a piedi nei giorni successivi).

Vitto e alloggio

Vi consiglio di rivolgervi al Consorzio per la Promozione Turistica della Valchiavenna, sono pronti a dare informazioni preziose, perché questi aspetti sono molto soggettivi.
Certamente dovete dimenticare i prezzi italiani, le tappe svizzere sono molto più care e da lì non si scappa.
Tuttavia ho visto diversi market lungo i percorsi, ci si può arrangiare con un po’ di organizzazione per lo meno sul cibo.

1 tappa: Thusis – Andeer

Si parte da Thusis, ridente ed ordinata cittadina svizzera dei Grigioni e poi si arriva subito ad uno dei luoghi più pittoreschi quanto, un tempo, terrificanti: le Gole della Via Mala. Questa tratta offre un percorso alternativo antico, la Via Traversina (25,5 Km, dislivello + 1140 m/ – 880 m circa) che corre parallelo alla Via Spluga, ma più in alto, più panoramico e con qualche dislivello in più. La tratta termina nel villaggio di Andeer, con i suoi bei palazzi dipinti e le sue stradine selciate.

Da non perdere: le Gola della Via Mala, Zillis con il suo museo e la Chiesa San Martino, i Bagni termali Andeer.

Dove ho alloggiato io: Hotel Fravi (le terme sono al piano inferiore e la cena è squisita).

ponte-tibetano-via spluga
Il ponte sospeso più terrorifico

2 tappa: Andeer – Splügen

Dallo splendido capoluogo della lingua romancia, particolare idioma neolatino, si raggiungono le belle e spumeggianti Cascate della Roffla (il mio punto preferito sulla Via Spluga). Si riprende il cammino per salire lungo un sentiero che taglia i tornanti della vecchia strada; si supera l’autostrada su una scala a chiocciola per poi entrare in un’abetaia d’alto fusto con un sentiero che sale e scende. Il percorso porta a Sufers, villaggio d’epoca carolingia, situato in una conca valliva orlata da montagne slanciate.
Seguendo l’antica strada sterrata, si arriva finalmente a Splügen, paese cresciuto nei secoli grazie ai commerci attraverso l’omonimo Passo.

Anche questa tappa prevede circa 20 di km, ed un dislivello di circa + 1080 m / – 480 m.

Da non perdere la Gola della Roffla!

Dove ho alloggiato io: Hotel Alte Herberge Weiss Kreuz (hotel storico e bellissimo, ma abbastanza caro per come siamo abituati noi italiani).

3 tappa: Splügen – Isola

Praterie d’alta quota con vista mozzafiato sulle circostanti cime alpine, gallerie paravalanghe, mulattiere selciate e ben curate, sono gli attributi di questo percorso panoramico e spazioso, impreziosito da profumate fioriture che dal villaggio di Splügen sale sul versante nord del Passo Spluga per giungere all’abitato di Montespluga, dove si respira l’atmosfera di un tempo.
Si torna in Italia, e dal villaggio di Montespluga, l’itinerario prosegue sulla destra del bacino artificiale su pietraia e fiori, per arrivare a una delle due dighe e godere la vista speciale della Gola del Cardinello: uno dei tratti che si ricorda con maggior emozione! Un canyon che venne ricavato in passato con tanta fatica, tra la roccia incombente sulla sinistra e sopra le teste e la gola che sprofonda alla destra fino alle acque del torrente. La discesa richiede accortezza, ma è comunque agevole e conduce fino alle baite di Sosta, Mottaletta con le sue eleganti baite in legno e infine a Isola.

Sono circa 19,5 km con un dislivello di circa + 700 m / – 900 m

Da non perdere l’Enoteca da Fausto a Montespluga, la più alta d’Europa!

Dove ho alloggiato io: Locanda Cardinello (la vera attrazione di questo luogo, oltre alla bellezza e alla cucina tipica, è proprio il gestore Martino, che con la sua storia particolare e il carattere frizzantino tiene viva la struttura del 1722).

La meta in vista

4 tappa: Isola – Chiavenna

Da Isola il percorso attraversa una bellissima abetaia, fino a Campodolcino per poi scendere lungo il torrente Liro alla scoperta della Val San Giacomo.
Si cammina lungo sentieri fra muretti e prati (non belli come in Svizzera, ma noi abbiamo la cordialità che a loro manca), passando per boschi di castagno e luoghi di interesse storico e religioso. A Chiavenna si giunge da un sentiero panoramico che offre una vista su tutta la Valchiavenna; attraverso gli antichi terrazzamenti e i vigneti si scorge dall’alto la cittadina alpina, importante centro storico ancor ben conservato.

L’emozione di portare a termine questo percorso si fa sentire!
Si cammina per circa 23 km, con un dislivello di circa – 1100 m / + 160 m

Da non perdere: il museo Mu.Vi.S., ogni torrente che possa permettervi di fare un bagno rinfrescante, il Palazzo Vertemate Franchi, il Parco Paradiso.

Dove ho alloggiato io: Hotel San Lorenzo (il posto è bello, in un’ottima posizione e ho riposato bene, ma non posso dire che lo consiglierei se ci fosse un’alternativa).

Un ennesimo ponte sospeso

La Gola della Via Mala

Il percorso turistico è stato messo completamente in sicurezza, è lungo poco più di un chilometro e si sviluppa sulla vecchia strada scavata nella roccia con uno strapiombo di 80 metri sopra il fiume Dezzo.

La Via Mala, situata tra Thusis e Zillis, è una delle gole più impressionanti della Svizzera. Delimitata da pareti rocciose alte fino a 300 metri, questa gola in alcuni punti ha un’ampiezza di solo pochi metri. La discesa protetta è praticabile da aprile fino alla fine di ottobre. In passato la Via Mala terrorizzava viandanti e mercanti di passaggio. È buia, incute timore ma nel contempo incanta.

Dalla galleria della gola è possibile ammirare le “marmitte d’erosione”, interessanti giochi di pietra prodotti dall’incessante levigatura e molatura del fiume. Tre ponti costruiti in epoca compresa fra il XVIII e il XX secolo congiungono questo stretto segmento della valle, ad un’altezza vertiginosa da cui si ha una vista mozzafiato sulle acque spumeggianti del fiume.

C’è un punto informazione, dove si paga il biglietto d’ingresso, e un ristoro.
I giochi di colore dell’acqua, i vortici e le formazioni rocciose trasmettono una forte sensazione di bellezza naturale, che si è conservata intatta negli anni.

Uno scorcio della Gola della Via Mala

La Gola della Roffla

La Gola della Roffla, con le sue cascate, è visitabile grazie ad una spettacolare mulattiera ricavata a mano nella roccia che si snoda tra impervie pareti di pietra stratificate e legate con malta, alternando gallerie intagliate nella nuda roccia. Questo affascinante monumento naturale è situato lungo la Via Spluga nel tratto che collega Andeer a Sufers.

Curiosità:
All’inizio del XX secolo, Christian Pitschen-Melchior, emigrante in America, tornò nella sua vecchia patria e rilevò il rifugio dei genitori vicino alla gola della Roffla. Ispirato da una gita alle cascate del Niagara, ebbe l’idea di trasformare la cascata nella Roffla in un’attrazione turistica e di guadagnarsi così da vivere.
Nel 1907 iniziò a scavare un sentiero nella gola. Lavorò al suo progetto per sette anni. Ci vollero molta resistenza e forza per realizzare nella dura roccia i fori dove piazzare l’esplosivo. Dopo 8000 deflagrazioni aveva raggiunto il suo obiettivo: attraverso uno stretto passaggio nella galleria di roccia si poteva raggiungere la cascata all’interno della gola. Allora, come oggi, passare sotto il Reno con le sue acque gorgoglianti è un’esperienza unica. All’ingresso della gola della Roffla si trova il mitico rifugio con il ristorante e un piccolo museo che documenta la storia eccitante di come è nata la galleria di roccia. 

La cascata della Roffla

La Gola del Cardinello

La gola del Cardinello prende il suo nome, che significa “perno della valle”, dal vicino Monte Cardine. Si presume che il primo tentativo di ricavare un passaggio nella gola si ebbe nel 1643. La realizzazione di una via percorribile venne però ultimata solo dopo il 1709, con la costruzione di gallerie, parapetti e tettoie paravalanghe. Il Cardinello era già costato la vita a diversi animali da soma, soldati e pellegrini, e continuava ad essere il tratto più pericoloso della viaSpluga. Suscitò dunque grande scalpore il transito dell’esercito francese nel dicembre del 1800, condotto dal generale McDonald. Nonostante l‘incessante bufera 15.000 uomini riuscirono a raggiungere Splügen. L’impresa comportò la perdita di molti soldati, travolti dalle slavine e scivolati nel baratro.

La gola del Cardinello

Dove riposare alla fine della Via Spluga? Alle Cascate di Acquafraggia!

Vi piacerebbe percorrere la Via Spluga insieme a me? Sappiate che sto lavorando ad un programma e lo troverete nella sezione CAMMINA CON ME.

Qui puoi guardare tutta la mia esperienza documentata in un video in collaborazione con Wild Therapy.