Sin da bambina sono affascinata dai posti abbandonati.
Sarà che sono cresciuta leggendo Piccoli Brividi, sarà il mistero che si cela dietro a questi luoghi, ma non mi tiro indietro nel curiosare tra gli scheletri di queste strutture.
Oggi andiamo al Grand Hotel Prealpi divenuto poi Istituto Padre Beccaro.
Luogo che porta dentro di sé molta tristezza…
La storia del Grand Hotel Prealpi
Il Grand Hotel Prealpi, in provincia di Varese, nasce nel 1912.
Meta per lussuosi soggiorni di villeggiatura o per ricchi affari imprenditoriali.
Pochi anni dopo scoppia la Prima Guerra Mondiale.
L’edificio perde la sua utilità primaria per ricoprire il ruolo di ospedale militare.
Qui i feriti di guerra trovano cure e riposo dalle bellicose battaglie.
Non ho trovato informazioni precise sull’impiego dal finire della Prima Guerra all’inizio della Seconda, ma negli anni ’40 non è più un ospedale militare, riveste il ruolo di collegio gestito da suore, con il compito di accudire i bambini, orfani di guerra o aventi i genitori in servizio militare.
Molti di loro passano qui la maggior parte della vita.
Nasce quindi l’Istituto Padre Beccaro.
Si trovano facilmente persone del posto disposte a raccontare dei rigidi trattamenti subiti dalle suore e dagli inservienti, all’epoca.
Si dice che i bambini, nel post guerra, venissero costretti al lavoro per riprendere presto i ritmi di una vita “normale” e, dopo la sofferenza dall’aver perso i genitori (e la propria infanzia) in modo tanto inumano, si trovarono nel disagio di uno stile di vita diverso da quello che oggi impongono i pedagogisti alle istituzioni infantili.
[LEGGI ANCHE DEL GRAND HOTEL CAMPO DEI FIORI]
L’Istituto resta attivo fino agli anni ’90 come colonia, poi viene abbandonato.
Dagli anni ’60 la situazione sembra essere migliorata per i bambini, è molto difficile reperire informazioni accurate.
Personalmente, nelle mie ricerche, ho trovato come testimoni ex-collegiali degli anni ’80-’90 con trascorsi molto diversi.
C’è chi ne parla malvolentieri, raccontando che l’istituto era ben organizzato, si mangiava e si dormiva e si studiava molto, ma rimane tra i ricordi più tristi (a questo punto non ho voluto infierire con le domande).
C’è chi, all’opposto, racconta di un bellissimo parco e di una retta salata, pagata dai genitori affinché il pargolo potesse passare lì le estati.
Racconta di animazione, uscite sportive e ottima istruzione.
L’ultima testimonianza parla di un preside (Marazzi) che trasferì una sede della scuola media, negli anni ’80-’90, per agevolare l’istruzione dei giovani ospiti.
Pare che la storia di questo edificio si è conclusa con ottimi insegnati, disponibili ad accogliere i ragazzi in difficoltà.
Un grande passo per la tutela minorile.
Comunque sia andata la struttura è stata abbandonata e successivamente diventata meta indisturbata di tossici e personaggi particolari.
Oggi, l’ex Istituto Padre Beccaro, è gestito dalla Chiesa, che ha dato il permesso ad una associazione di soft-air di ripulire per poter giocare la domenica.
Il loro passaggio si nota in una struttura adiacente, cosparsa di ricordini che nella spazzatura non hanno trovato accoglimento.
Non è un posto eccessivamente vandalizzato ma pascolano le capre di un contadino della zona e come puoi vedere dal video ci sono stanze letteralmente cosparse di cacca.
Tra giochi organizzati e capre si trovano pallini di ogni genere.
[LEGGI ANCHE DELLE FORNACI ABBANDONATE]
Nella cappella si trovano ancora i resti di qualche lastra di marmo bianco e le ringhiere delle scalinate possono ricordare la loro originale bellezza.
Nessuno saprà mai dirci con precisione cosa succedeva dentro all’Istituto Padre Beccaro.
Gli anni passati sono troppi, così come gli incisivi avvenimenti storici.
Doveva essere un posto di suggestivo splendore e che, dal clima vacanziero, ha dovuto adattarsi ad ospitare tanta, tanta sofferenza.
Oggi l’edificio crolla su sé stesso ed è in totale abbandono, ma la vista dai suoi balconcini agli ultimi piani resta da mozzare il fiato.
Anonimo
I miei fratellini ci sono stati negli anni ottanta, bruttissimi ricordi di abusi sessuali.
Luigi Remigi
Buona sera a tutti. Con la curiosità di rivedere il mio passato, ho letto gli articoli di chi ha frequentato l’Istituto, già tanto chiamarlo cosi’, e vi porto la mia esperienza. Sono stato in quel collegio negli anni 1948/1949 e vi assicuro che mi ha segnato la vita. Non esisteva la parola bene, comprensione e cortesia, visto che eravamo appena usciti da una guerra, ma la cattiveria era la parola all’ordine del giorno. Non vi dico il cibo sempre uguale con le solite coste naviganti nell’acqua, pentirsi dei propri peccati in ginocchio su scaglie di ardesiaecc.cc.. Alla fine con gran sacrificio per i miei genitori e di mio nonno, che si provava della sua manetta perché potessi avere un po’ di carrne una volta al mese, i miei genitori, come dicevo prima mi hanno riportato a casa……
Marika
Grazie di cuore per la tua testimonianza
Anonimo
Sono Mario in collegio dal 58 al 60 io pulivo i gabinetti purtroppo confermo il lavoro con le bic e le sberle di suor Riccardo avevo paura dei pastori tedeschi del rettore mi piacerebbe incontrare qualche ex sono del 1949 tel 3201524938 grazie
Marika
Mario, mi dispiace tanto. Sto raccogliendo così tante testimonianze che nemmeno mi aspettavo, mi piacerebbe potervi organizzare un ritrovo
Anonimo
Mio padre fu sfollato da Milano durante la guerra e trascorse li alcuni mesi nei primi anni 40, i suoi racconti di quel luogo non sono tanto belli, strorie di fame e freddo, tanto che fuggì diverse volte.
Marika
Dovremmo organizzare un raduno
bini
Ci sono stato anchio in questo collegio,non mi ricordo in che anno,sono del 56,ricordo solamente le bic,una mattina a scuola mentre guardavo fuori dalla finestra una bellissima giornata piena di sole,tanta solitudine, e il giorno che ho rischiato di morire soffocato per colpa mia,mi hanno salvato per il rotto della cuffia,poi mia madre mi ha portato via per sempre da li.
Marika
Grazie per la tua testimonianza. W la mamma!
Anonimo
Grazie a te.
Anonimo
Sono dell’ anno 1963 frequentato 5 anni elementari brutti ricordi
luigi de luca
Buon giorno
che emozione rileggere certe cose
Chi volesse puo scrivermi
Ciao
gianni
solo una precisazione: il grand hotel prealpi è stato inaugurato nel 1907; nel 1912 era già chiuso per lavori di ampliamento e non ha piu’ riaperto come albergo a causa della guerra.
gianni.
Attilio Pernice
Aprendo questa pagina mi si è aperta una ferita che stava suturandosi proprio in questi giorni, al concludere il mio “Mi ricordi anmò el me Milan” . Un pensar pensieri che riscrive parte della mia vita negli istituti “I piccoli di padre Beccaro” dal 1949 al 1952. Appena terminato lo scritto sono felice di inviarlo a chi vuol sapere com’era la misera vita in quegli ospizi…partiti bene e finiti male.
Ursula
Buongiorno signor Attilio, dove è possibile trovare il suo scritto?
Roberto
Ciao. Volevo scriverti in privato, perché il mio non è un commento specifico, ma un complimento generale. Ti confesso che non essendo sui social, non sapevo bene dove scriverti (imbranato vero?). Ho poi pensato che forse sarebbero state più utili anche poche parole “pubbliche”. Sono capitato sul sito oggi per puro caso cercando qualche notizia sulla Camargue, passando anche per il Sacro Monte di Varese, dove vivo. Sto navigando da due ore e ci tornerò. I tuoi video trasmettono emozioni. Brava.
Anonimo
Alberto come faccio a scriverti che vorrei farti delle domande
ettore bonomi
Buonasera, mi sono imbattuto in questo interessantissimo sito facendo una ricerca su un calendario 1935 dell’Istituto Piccoli Derelitti di Padre Beccaro, che ho recentemente acquistato insieme ad altri libri e pubblicazioni (mi occupo di compravendita di libri usati). Nella rivista a cui è allegato il calendario ci sono alcune foto degli edifici sparsi per l’Italia, e fra queste ho riconosciuto l’albergo, che a quel tempo veniva chiamato Istituto Principe di Piemonte. Quindi posso confermare che nel 1934 l’ex albergo fungeva già da istituto per bimbi abbandonati.
Complimenti ancora per il sito.
Marika
Grazie, è importante questo contributo. A presto e buone letture!
alberto
Io ci sono stato dal 1955 al 1961 per frequentare le elementari. Don Boccellari era una specie di criminale vestito da prete, con le mani pesanti. Per non parlare di suor Riccarda, una strega vestita da suora che picchiava a volontà. Le punizioni, inflitte con vera ferocia, erano all’ordine del giorno. A 6 anni mi toccava persino mettere la cera ai pavimenti e fregarli per farli diventare lucidi. Ho le mani tutte rovinate dalle schegge di vetro, in quanto ci facevano lavorare a mettere i refil delle penne Bic in piccolissimi contenitori, che venivano chiusi con un tappino, con il pericolo che si rompessero, e il vetro si conficcasse nella carne. Chi volesse saperne di più, mi scriva.
Gigi
Tutto vero, confermo, io fatto dal 1958/59 al 1962
Ricordo le scatole di refil con tubetti di vetro dal tappo blu
GIGI
Anonimo
ciao io sono giova nni cero dal 56 ho fatto la cresima .ai ragione don boccellari e il suo uomo di fiducia erano criminali se sei del49 devi aver fatto la comunione e la cresima con me quel’hanno siamo andati a roma e siamo stati ricevuti da papa pacelli pio 12 cesimo. penne bic noi della 3 classe dovevamo mettere i tappini.mi ricordo che sono scappato erevamo in 5 ci hanno preso alla stezione del treno per una spiata.se sei del 47 dovevi essere con mio fratello pietro.sono riuscito a trovare 2 foto di quei tempi molto tristi.
Anonimo
ciaoAlberto io sonoGiovanni [gianni] ti ho gia scritto se hai ricevuto la mia risposta.sto facendo una denuncia presso i carabinieri di viggiu per quei anni tristi e violenti.se vuoi conttatarmi puoi farlo su WhatsApp.al n +91 9072726743.ciao ps. quella carogna di do boccellari e morto ma non e’mai troppo tardi per dire la verita’.
Anonimo
Per quello che ricordo, Don Dioscoride Bocellari divenne poi Direttore dell’Opera Nazionale i Piccoli di Padre Beccaro a Milano. ONPB.
Gianni Clerici
io ci sono stato….mi piacerebbe sapere che fine a fatto il direttore un prete…don Diascorde Bocellari,dove trovare una sua biografia curiosità della vita visto che ho 70 anni grazie Gianni
My Life in Trek
Ciao Gianni, puoi provare a contattare il comune di Viggiù o la chiesa