Per tenerne viva la memoria oggi andiamo alla Colonia abbandonata Luraschi di Varese. Non manca proprio nulla: chiesa sconsacrata, infermeria, sotterranei e camerate. Paura dei fantasmi?

Luraschi

Abbiamo già visto quanto Varese sia ricca di fascino, non tutti sanno però che contiene anche questi piccoli tesori dimenticati. (Qui ne puoi avere un altro esempio) Restano in mano al tempo, che ne deciderà le sorti.

Un tempo questo meraviglioso istituto svolgeva la funzione di colonia estiva. Le colonie si trovavano in zone di mare e montagna dove bambini e adolescenti potevano passare le estati svolgendo attività e studiando.

Una foto piena di bambini in fila, con pantaloncini corti tutti uguali, sguardi da piccoli teppisti in vacanza e una spiaggia – o un prato di montagna, poco cambia – sullo sfondo. Eccola qui l’immagine a cui tutti pensiamo quando si parla di colonie estive. E la foto, nelle nostre menti, è quasi invariabilmente in bianco e nero, riporta a ricordi d’infanzia un po’ sbiaditi. Non potrebbe essere altrimenti: anche le colonie estive, come tante altre tradizioni, si stanno trasformando in una rarità, un residuo del tempo che fu.  – La Stampa

In particolare, questo posto, svolgeva anche la funzione di INAM (Istituto Nazionale per l’Assicurazione per Malattie), che oggi conosciamo come INPS.

Luraschi

Con il boom economico ed il graduale abbandono di queste strutture, il Luraschi viene lasciato agli agenti atmosferici intorno agli anni ’70, a causa della perdita di funzionalità.

La sensazione provata è che il tempo si sia fermato per dare occasione ai curiosi (e vandali) di camminare tra i corridoi e le stanze. Sono tanti gli arredi e gli oggetti originali che si possono trovare, testimonianza di un pezzo di storia tutta italiana. Sono maggiori quelli trafugati dai ladruncoli che per qualche ora si sono visti profanatori di un luogo ormai dimenticato.

Siamo a pochi metri dalla frontiera svizzera e non di rado la struttura viene perlustrata dai doganieri. Nonostante tutto, il luogo non è pericolante e vi si può girare in sicurezza.
Troviamo 4 piani:

  • Sotterranei. C’è poca luce, tanto sporco, le caldaie, l’affascinante lavanderia e stanze vuote con oggetti di vario tipo.

Luraschi

  • Piano terra, dove si trovavano le aule studio. Troviamo ancora banchi, sedie, registri di classe ma mancano le lavagne. Ci sono vecchie televisioni distrutte o incendiate e oggetti vari che danno l’idea di locali vissuti a pieno. Il punto forte è senza dubbio la cappella, con panche, confessionale e altare. Mette qualche brivido ma lascia a bocca aperta. Ci sono anche le cucine, con frigorifero, impastatrice, stoviglie e montacarichi.

Luraschi

  • Al primo piano i dormitori, disseminati di vecchi materassi privati della loro struttura. Probabilmente qualcuno dorme lì tutt’oggi.
    Ci sono poi gli armadietti numerati e le lenzuola pulite, stirate e piegate. La stanza più bella, a parer mio, è l’infermeria con il lettino, la scrivania, il mobilio contenente boccette e confezioni dell’epoca (anche qui molto è stato rubato).

Luraschi

  • Al secondo piano del Luraschi si ripetono le stanze, inoltre possiamo accedere alla mansarda e al sottotetto, per mezzo di una scala a chiocciola. Ho trovato un vecchio presepe in legno, confezioni di panettoni Motta e tante bandiere di tutto il mondo chiuse in uno stanzino dedicato. Chissà quanti tesori sono stati portati via da qui.

Il peggio è che si trovano montagne di registri, accatastati a terra, con nomi, indirizzi e situazioni mediche, alla mercé di chiunque. Lascio una carrellata di foto, in cui ho cercato di riportare più dettagli possibile, segue il video di tutta la mia permanenza in questo luogo.Se hai qualche notizia in più non esitare a scrivermi nei commenti, sono molto curiosa!