La stagione dei rituali festivi è alle porte: un fritto misto sul tavolo, il sonnellino post-prandiale, lo scambio di effusioni estive e i bambini che si annoiano. E con questi arrivano alcuni inevitabili, frequenti fastidi: autostrade intasate, ritardi meteorologici negli aeroporti, momenti di duro lavoro quando fuori c’è il sole e senso di colpa per troppo tempo passato con alcuni e non abbastanza tempo trascorso con altri.
Ma a parte le visite ai parchi e il lancio di un pallone da calcio sul prato, la vita all’aria aperta non tiene molto in considerazione le tradizioni delle vacanze italiane. E con il passare degli anni, dato che i nuovi dispositivi lucidi ci tengono connessi più a lungo, probabilmente passeremo anche meno tempo fuori.
È tempo di alcuni nuovi rituali basati sulla natura. Abbiamo bisogno di loro e i nostri bambini ne hanno bisogno.
Gli studi dimostrano che i bambini che giocano fuori più spesso hanno abilità sociali più forti, regolazione emotiva e sono migliori risolutori di problemi.
Quando i bambini costruiscono una relazione con il mondo naturale, la connessione può durare per tutta la vita. E quando costruiscono questa connessione nel contesto dei rituali familiari, è più probabile che passeranno quei rituali ai loro figli.
Io passavo le giornate fuori a giocare con le mie amichette, giravamo per boschi, sognando di case sugli alberi e tesori sepolti da riportare alla luce. Non è difficile capire perché ora esploro la natura come occupazione primaria.
Inoltre, quando le famiglie condividono esperienze naturali che riducono lo stress e migliorano l’attenzione, i legami familiari possono effettivamente rafforzarsi. Quando la tua attenzione viene risvegliata, sei in grado di cogliere più facilmente i segnali sociali, ti senti meno irritabile e hai più autocontrollo. Tutte queste sono variabili che possono aiutarti ad andare d’accordo con gli altri.
L’ho letto da qualche parte nel web, quindi sarà vero per forza.
Ricorda, si tratta di divertimento. E se aiuta a digerire quelle abbuffate estive, tanto meglio.
All’inizio il contatto con la natura mi sembrava strano, ma passo dopo passo ho iniziato non solo ad abbracciare il mio nuovo ritmo, ma a goderne. Mi sono trovata ad assaporare il paese che stavo attraversando e prendendo in considerazione i dettagli. Mi sono trovata su sentieri brevi che non avevo mai considerato in passato, come un giro di un pomeriggio in un parco statale pieno zeppo di sambuco e cascate. Non avrei mai considerato quella strada prima della malattia. E ora non posso più farne a meno.
Dani
Un tema davvero interessante. Ho un bambino di 8 anni e cerco il più possibile di creare occasioni per stare all’aperto e a contatto con la natura.
Marika
E fai molto bene! 🙂
Federica
Sono convinta che sia importante insegnare il contatto con la natura sin da piccoli..
Da piccola andavamo sempre nei boschi che abbiamo qui nei dintorni..
Anch’io sognavo la casetta sull’albero e mi divertivo a scoprire la natura.. ma sempre con grande rispetto!
?
Marika
Dovrebbero insegnarlo sin dall’asilo il rispetto per ciò che abbiamo intorno
Daniela - The DAZ box
Io anche ho passato buona parte della mia infanzia all’aperto, in mezzo alla natura. Vivo in un paese piccolo, per noi bambini era normale “scappare” nei boschi, arrivare in bici fino al fiume e persino farci il bagno quando faceva caldo. Mio figlio è ancora piccolo ma cerco di tenerlo all’aperto il più possibile, anche con -10. Sempre spiegandogli il rispetto per la natura.
Marika
Sei una rarità! Ti faccio i miei complimenti