Il Sentiero del Viandante fa parte di una rete di percorsi denominata Le Vie Del Viandante che nasce in passato per collegare Milano alla Svizzera.

È la seconda di questi percorsi che porto a termine: sempre quest’anno ho camminato lungo la Via Spluga (il mio cammino preferito ad oggi insieme al TMB).

Il Sentiero del Viandante è un cammino di circa 60 km che può essere distribuito in 4 diverse tappe da affrontare quindi in 5 giorni, se come me prevedete di sostare nei pressi di Lecco la notte prima della partenza.

Il cammino è entusiasmante: il protagonista per eccellenza di tutte le tappe è il ramo lecchese del Lago di Como, sul quale il sentiero regala degli scorci magnifici.

Vediamo insieme le tappe e come organizzarsi per affrontarlo al meglio delle proprie possibilità.

Il lago al tramonto visto da Lecco

Un cammino sostenibile: i mezzi pubblici

Una delle particolarità del Sentiero del Viandante che voglio evidenziare come primo pregio è la possibilità di organizzazione dal punto di vista dei trasporti pubblici.

Tanti viandanti cercano sempre di più, con l’aumentare della richiesta di turismo lento e dell’attenzione al benessere del pianeta, di poter raggiungere i punti di partenza di un’escursione tramite i mezzi pubblici.

Ecco che il Sentiero del Viandante risponde a questa esigenza sempre più richiesta.

Infatti, tutte le tappe del trekking sono raggiungibili in treno.

Inoltre, chi abita nei dintorni di Lecco, Como e Milano sceglie di camminare lungo una delle sue tappe in giornata raggiungendo il punto di partenza in treno direttamente da casa.

Ma non solo, si possono raggiungere le tappe via traghetto direttamente dal lago, rendendo l’esperienza decisamente più particolare.

Questa caratteristica così significativa è un valore aggiunto a questo cammino ed è importante anche dal punto di vista della sicurezza perché rende più semplice la gestione degli imprevisti che lungo un cammino possono sempre sorprenderci. 

La credenziale del cammino

Il Sentiero del Viandante ha una sua credenziale che viene chiamata “Il Passaporto del Viandante”.

Funziona come le credenziali di ogni cammino: i ristoranti, alberghi, bnb associati rilasciano il loro timbro ad ogni tappa conquistata. Al momento sono pochi, mi auguro aumentino nel tempo.

È possibile ritirarlo in centro Lecco, presso la sede dell’Info Point, che è anche il luogo della partenza del cammino.

Al raggiungimento di 10 timbri di colore rosso potrai ritirare lo zaino ufficiale del Viandante, che io non ho preso e di cui non ero a conoscenza al momento del viaggio.

La vista dal punto più alto dell’ultima tappa

Come organizzare il Sentiero del Viandante: alcuni consigli

Ho effettuato questo trekking in 4 giorni effettivi di cammino, partendo da poco prima di Lecco, Malgrate, e arrivando fino a Colico. In realtà sono partita da Malgrate per motivi logistici, aggiungendo 2 o 3 km, ma il cammino ufficiale inizia proprio da Lecco (vi consiglio comunque Malgrate perché ha una vista migliore sul lago e le montagne che lo incorniciano).

Le mie tappe del Sentiero del Viandante:

  1. Malgrate-Somana 18 km – 600 m dislivello + / 500 m dislivello –
  2. Somana-Varenna 17 km – variante alta 1000 m dislivello + / 1100 m dislivello –
  3. Varenna-Dervio 12 km – 630 m dislivello + / 620 m dislivello –
  4. Dervio-Colico 14 km – 620 m dislivello + / 620 m dislivello –

Lungo tutto il percorso sono presenti ristoranti e alberghi convenzionati con il cammino, consiglio però di prenotare con largo anticipo data l’alta affluenza turistica che caratterizza il Lago di Como. 

Per quanto riguarda la segnaletica dovrai seguire dei cartelli di colore arancione e a volte delle bandierine rosse e bianche.

Ho notato che in alcuni punti, soprattutto della prima tappa, la segnaletica scarseggia e per questo, come per ogni cammino, ti consiglio di utilizzare una carta escursionistica e delle tracce GPS (esiste un’app dedicata, con tracce che funzionano anche offline).

Ho già riferito le mie impressioni riguardo la segnaletica agli organizzatori del trekking: ricordo che i cammini li fanno prima di tutto i viandanti e bisognerebbe sempre collaborare e dare un feedback agli organizzatori per far sì che anche i futuri camminatori si trovino bene.

Ho camminato lungo questa Via del Viandante in autunno inoltrato: uno spettacolo che consiglio a tutti di vedere almeno una volta. I colori del foliage in contrasto con lo specchio d’acqua, che fa sempre da sfondo, sono magici. 

Un altro ottimo periodo per affrontare il cammino è quello primaverile. 

Per quanto riguarda l’estate e l’inverno, direi che il Sentiero del Viandante è fattibile anche in queste stagioni grazie al potere mitigatore del Lago di Como, ma stando sempre attenti al meteo. L’estate passata è stato un supplizio per i camminatori, per ovvie ragioni.

Durante le piogge lo sconsiglio per la presenza di molto fango e fondo scivoloso, soprattutto dove i tratti su asfalto sono minimi.

Tappa 1: Lecco-Somana

Dopo aver preso la credenziale e lasciato l’InfoPoint a Lecco si segue il lungolago e, dopo il viale alberato, il sentiero continua sulla nostra destra. Io sono andata a sinistra, perdendomi subito, ma il paesaggio era addirittura più bello perché costeggiava il lago.

Questa prima tappa, ufficialmente, costeggia la SS 36, in alcuni punti ben visibile. Ma basta girarsi verso il blu per dimenticarsene.

Si cammina al di sotto delle falesie del gruppo delle Grigne: delle pareti davvero imponenti che regalano un paesaggio molto suggestivo. 

Presto il sentiero si addentra nel bosco. Il tracciato è abbastanza semplice da percorrere e la bellezza sta tutta nel panorama intorno a noi. In autunno questo bosco si colora di tante sfumature di arancione: uno spettacolo da non perdere. Il fondo di questa prima tappa è sassoso, tipo della roccia calcarea di questa zona.

Si raggiunge Abbadia Lariana, un caratteristico paesino affacciato proprio sul lago, dove è possibile sostare sulla spiaggetta proprio all’inizio del paese che incrocia il Sentiero del Viandante.

Si attraversa poi il paese lungo una strada ciottolata, tra campi coltivati e ulivi. Si continua lungo il trekking che prosegue alzandosi a destra rispetto al paese di Mandello del Lario.

A Maggiana vi consiglio di visitare la Torre del Barbarossa, organizzandosi per tempo è possibile salire fino in cima e godere di una vista strepitosa (ne parliamo meglio nel video sul canale YouTube). In zona si possono visitare anche la Chiesa di S. Giorgio e il museo Moto Guzzi.

Ancora poco dislivello e si raggiunge Somana, l’antico borgo decisamente caratteristico dove ho terminato la mia prima tappa (ma poco prima mi sono persa, entrando in un orto privato che, ahimè, non aveva frutti da rubare -si scherza!-).

Tappa 2: Somana-Varenna

Con la seconda tappa si entra proprio nel vivo del cammino (anche perché la prima è stata aggiunta di recente per collegare Lecco): è molto panoramica, ma è anche quella più lunga e impegnativa in termini di dislivello.

Dopo aver lasciato Somana il Sentiero del Viandante procede in piano e falsopiano a mezzacosta, attraversando altri piccoli borghi. Dopo aver lasciato alle spalle le zone abitate e coltivate si entra di nuovo nel bosco fino a raggiungere Lierna. 

Il sentiero non scende in paese, ma se dovesse esserci bisogno il centro di Lierna è raggiungibile dal Viandante in circa 5 minuti. Quindi è davvero comodo.

Da questo punto in poi il sentiero si divide in due varianti: quella bassa e quella alta.

Io ho scelto di percorrere quella alta perché è la più panoramica e caratteristica, dalla quale si possono ammirare magnifici scorci sul lago e sui borghi sottostanti.

Scegliendo la variante alta il dislivello è abbastanza notevole: circa 1000 metri di salita separano Lierna dalla località Ortanella (circa 700 metri la variante bassa). Un sentiero che si inerpica nel bosco, senza punti esposti.

Poco dopo la metà della salita si raggiunge la Croce di Brentalone: un ottimo spot per fare fotografie ricordo, dotato anche di tavoli da pic-nic.

La salita continua fino alla bella Chiesetta di San Pietro, il punto più alto di tutto il percorso ed il più bello: una sosta qui è decisamente meritata. Da Ortanella in avanti il sentiero procede in piano, fino a rientrare nel bosco dove inizia la ripida discesa che conduce fino a Varenna.

Varenna è un piccolo borgo affacciato sul lago che consiglio di visitare almeno una volta: io me ne sono innamorata e sicuramente tornerò a fargli visita. Purtroppo sono arrivata al calar del sole, ma c’era una Soprano che cantava da una barca ed è stato un momento molto emozionante.
Nei pressi del borgo c’è il Castello di Vezio, che per problemi di tempo non ho potuto visitare ma spero vivamente di poterlo fare a breve. Per chi fosse incuriosito dalla zona, ho notato dei cartelli con scritto “Tour dei Borghi“, suona molto bene.

In questa tappa si sono uniti Yuri e Benedetta (a proposito, lei mi ha aiutato nella stesura di questo articolo), che avendo già fatto la Via mi hanno accompagnato con passo sicuro, rendendo più piacevole la giornata e leggera la fatica.

Tappa 3: Varenna – Dervio

Finalmente ti descrivo quella che per me è stata la tappa più bella di tutto il cammino.

Sicuramente è stato complice il meteo: dopo giorni un po’ cupi e nuvolosi il cielo si è aperto regalandomi colori intensi e paesaggi da urlo.

La prima sosta l’ho fatta a Bellano: ti consiglio di fermarti a fare una visita all’Orrido di Bellano, ci sono stata due volte ed è sempre meraviglioso.

Lasciata Bellano il Sentiero del Viandante rientra nel bosco e inizia a salire: questa tappa è più corta della precedente, ma c’è comunque un po’ di dislivello. Il sentiero procede lungo un’antica mulattiera, davvero caratteristica e bella da percorrere; in alcuni punti si sviluppa a gradoni.

Non appena il bosco si dirada un po’ il panorama è incantevole e regala grande soddisfazione: le gambe ringraziano e il cuore anche.

Dopo aver raggiunto il punto più alto si inizia a scendere, conquistando così il livello del lago e raggiungendo finalmente Dervio.

Tappa 4: Dervio-Colico

La quarta e ultima tappa del Sentiero del Viandante è stupenda in autunno, caratterizzata per i primi metri di un po’ di asfalto per entrare poi in un bosco che pare fatato, ed è anche ricca di storia.

Dopo Dervio infatti si incontra il Borgo Medievale di Corenno Plinio.

Procedendo con il trekking si abbandona l’asfalto delle strade principali e si sale attraversando molte frazioni e borghi fino a rientrare nel bosco. Il sentiero è ampio su mulattiera ben tenuta, facile da percorrere e il bosco autunnale qui dà il meglio di sé, complice il fatto che la gente del luogo se ne prende cura come facevano i nostri nonni un tempo. I muretti a secco sono perfetti e, nonostante i milemila faticosi gradoni, la tappa ci trasporta nel passato. Un gentile signore mi ha regalato un po’ delle castagne che stava cuocendo sulla brace 🙂 la gentilezza della gente del luogo è una cosa che mi ha colpito per tutti i giorni di cammino.

Poco prima di riuscire a scorgere il paese di Piona dall’alto, sono presenti dei piccoli spot ideali per il pranzo al sacco. In un prato accanto al sentiero ci sono anche dei tavoli da pic-nic.

Una volta superato il bosco si scende di quota e si raggiunge la meta finale di tutto il cammino: eccoci arrivati a Colico. 

Da qui ho ripreso il treno fino a Lecco, ma prima ho visitato il Forte di Montecchio Nord risalente alla Prima Guerra e con ancora i cannoni originali, unicità a livello europeo.

Io che soffro di vertigini ma faccio finta di no, all’Orrido di Bellano

Dove mangiare e dormire lungo il Sentiero del Viandante

Partiamo dal presupposto che è un cammino mediamente caro. Su Booking si trovano alloggi senza colazione anche a 90 euro, quindi tanto vale concedersi degli sfizi se si decide di farlo, e trovare delle strutture di alta qualità.
Dormire in tenda non lo ritengo possibile, per com’è strutturato il percorso, ma va da sé che alcuni lo fanno comunque. Questo non è il mio caso, io sono a sostegno dell’economia locale dei posti che visito, e in fondo dobbiamo anche accettare, a volte, di fare i cammini che possiamo permetterci senza criticare i prezzi che troviamo, quelli che “non sono come il Cammino di Santiago” (ma basta con ‘sta storia!).

Ciò detto, da buona forchetta sono felicissima di annunciare che una cosa che sul Sentiero del Viandante non manca è il buon cibo. In tutti i posti in cui ho alloggiato o mi sono fermata a cena era tutto buonissimo, abbondante e di ottima qualità.

Ecco quindi l’elenco dei ristoranti che ho provato e che consiglio (gli alloggi mi hanno preparato i pranzi al sacco, sempre buoni e abbondanti):

Inoltre, ecco i posti in cui ti consiglio di fermarti a dormire: non c’è niente di meglio di un buon ristoro dopo una lunga camminata.

Il sito ufficiale

Sul sito ufficiale troverai i file dei tracciati georeferenziati, la descrizione completa di ogni sentiero. la scheda dei luoghi più suggestivi lungo il percorso e le informazioni che ti saranno utili per pianificare il tuo cammino. Nella sezione “mappa” potrai immergerti nei percorsi osservandoli dall’alto. Potrai richiedere informazioni per prenotare la struttura ricettiva oppure appoggiarti ad un operatore per farti aiutare nella pianificazione del viaggio… tu dovrai solo pensare a goderti il cammino!

C’è anche la sezione “eventi” da tenere d’occhio prima di partire.

Guardare anche in sù, all’Orrido di Bellano

Pensieri finali

Con me c’era Daniele Gomiero, in arte Wildtherapy, che mi ha aiutato nelle riprese e montaggio video. Vi consiglio di guardare il lavoro finale perché, oltre ad essere bellissimo, condensa più consigli e da modo di vedere con i propri occhi i luoghi citati.

Spero che i comuni continuino a prendersi cura del Sentiero del Viandante, perché sarebbe proprio un peccato se finisse tutto per incuria. Questo è un percorso che va sostenuto, merita tanto. Spero possano rendersene conto le persone ai vertici.

Goditi le passeggiate salendo da dove preferisci, puoi scegliere tra le varie frazioni, va sempre bene. L’importante è che osservi come il lavoro faticoso e paziente di generazioni ha modellato il paesaggio.
Attorno ai villaggi di mezza costa, che erano insediamenti permanenti, si trovano gli orti, i campi, le selve e le stalle. Da qui si scendeva verso la riviera per i lavori nelle vigne ed in estate si saliva agli alpeggi.
Ma per poter strappare alla terra frutti sufficienti per la propria sopravvivenza, gli abitanti hanno dovuto realizzare una imponente opera di terrazzamento sulle pendici scoscese della montagna.

Concludo chiedendoti le tue impressioni, se lo hai fatto, o una ricondivisione di supporto sui tuoi spazi social, perché è grazie al sostegno che ricevo che posso andare avanti a fare divulgazione sul tema del turismo lento. Grazie