Ciao amici viaggiatori!

Sono appena tornata da una fantastica avventura nel magico Marocco e non vedo l’ora di condividere con voi ogni singolo momento di questo incredibile viaggio. Quindi, mettetevi in modalità relax e preparatevi a essere trasportati in un tour attraverso i luoghi più suggestivi e affascinanti di questa terra incantata!

Troverete l’intera playlist video dell’esperienza sul mio canale YouTube, con delle aggiunte utili per organizzarvi il viaggio in autonomia.

Giorno 1: Marrakech, la città rossa

L’avventura ha inizio nella vibrante Marrakech, dove le sue strade piene di vita e colori mi hanno subito catturato. Dopo aver esplorato i suggestivi souk e visitato la maestosa Medrasa, ho pranzato presso il suggestivo L’amazigh rooftop, godendomi la prima di molte tajine.
Cosa dovete assolutamente appuntarvi di Marrakech? Un succo fresco al banco 51 di Piazza Jamaa El Fna, che si è distinto dagli altri della concorrenza e ci ha dato il giusto sprint per continuare le mie esplorazioni serali presso La terrasse des epices, dove ho gustato una cena deliziosa, un po’ più “pettinata” rispetto allo stile marocchino. Il mio alloggio al Riad Abaka hotel & boutique ha aggiunto quel tocco di autenticità marocchina al primo giorno.

I souk del Marocco sono autentiche meraviglie dell’artigianato e della tradizione locale. Attraversare questi mercati significa immergersi in un mondo di colori, profumi e suoni unici, dove ogni angolo rivela tesori artigianali, spezie aromatiche e tessuti meravigliosi. Un’esperienza indimenticabile che incanta i sensi e lascia un’impronta indelebile nel cuore di chiunque vi si avventuri, ma… bisogna sapere trattare i prezzi!

La piazza Jemaa el Fna è il cuore pulsante di Marrakech, un luogo magico e vibrante che incanta i visitatori con la sua energia contagiosa. Di giorno, la piazza è un intreccio di bancarelle colorate, venditori ambulanti e artisti di strada che creano un’atmosfera vivace e frenetica. Di notte, la piazza si trasforma in un palcoscenico suggestivo, con artisti, musicisti e ballerini che intrattengono il pubblico con spettacoli tradizionali e incantevoli. Un luogo dove il passato si mescola al presente, regalando un’esperienza indimenticabile di cultura e tradizione marocchina. L’unico appunto negativo è l’incredibile sfruttamento di animali per le foto ricordo dei turisti. Boicottate questo genere di iniziative! Solo vedendo il disinteresse dei turisti smetteranno di incatenare e spaventare innocenti creature.

Giorno 2: Marrakech e le sue meraviglie

La mia giornata è iniziata con una visita alle concerie, un’esperienza sensoriale unica che mi ha permesso di scoprire il processo di lavorazione delle pelli. Ne ho parlato in questo reel, che ti consiglio di guardare.
Successivamente, ho esplorato il sontuoso Palazzo Bahia, ammirando l’arte e l’architettura che caratterizzano questa splendida residenza. Dopo un pranzo gustoso ed economico al Tiznit, dove ho provato la miglior Tangia della mia vita, ho concluso la giornata con una cena tradizionale da Naima Cous Cous, immerso nell’atmosfera autentica di Marrakech. Un altro luogo che consiglio, ma prenotate con largo anticipo (o presentatevi sul presto) e non fate domande. Pensano a tutto loro.

Tornando alle concerie del Marocco, si può assistere a un antico processo artigianale che continua a svolgersi con metodi tradizionali. Qui, gli artigiani lavorano la pelle con maestria e passione, seguendo una serie di passaggi che trasformano il materiale grezzo in opere d’arte pregiata. Il processo inizia con la preparazione delle pelli, che vengono pulite e trattate in un modo disgustoso e insalubre (ne parlo nel reel) per renderle morbide e lavorabili. Successivamente, le pelli vengono tinteggiate con colori naturali o sintetici, utilizzando tecniche tramandate di generazione in generazione. Una volta tinteggiate, le pelli vengono stese e lasciate asciugare al sole, prima di essere tagliate e trasformate in una vasta gamma di prodotti artigianali, come borse, scarpe e arredi. Il lavoro nelle concerie richiede abilità, precisione e pazienza, e gli artigiani sono considerati custodi di un’antica tradizione che continua a prosperare nelle strade di Marrakech e oltre.

Giorno 3: in viaggio verso le montagne e le gole

Il vero spirito del Marocco l’ho respirato quando ho iniziato il mio road trip, attraversando il passo Tizi n’Tichka e godendo di panorami mozzafiato lungo la strada panoramica. Dopo una sosta per il pranzo presso il Palace de Telouet, dove abbiamo perso un po’ troppo tempo, ho visitato la maestosa kasbah Ait ben Haddou, un vero gioiello dell’architettura berbera. La visita è ufficialmente gratuita ma è buona norma lasciare l’equivalente di 2 euro all’ingresso. Questa è l’unica kasbah da me visitata, ho preferito concentrarmi sulla variopinta natura del Marocco e non sulle antiche abitazioni in rovina. La giornata si è conclusa con il mio arrivo alle spettacolari gole del Todra, dove ho trovato rifugio al Dar Relax Hostel, immerso nella bellezza della natura.
Avendo perso troppo tempo nel pranzo, abbiamo dovuto saltare le gole del Dades. Mi toccherà tornare…

Giorno 4: un’avventura nel deserto di Merzouga – le dune di Erg Chebbi

Non poteva mancare una visita al deserto di Merzouga, dove ho vissuto un’esperienza indimenticabile tra le dune di sabbia dorate di Erg Chebbi.
La prima cosa è stata prendere una guida, Aziz, che ci ha portato nel deserto nero. Una enorme distesa nera accanto al confine con l’Algeria, dove abbiamo visitato miniere di quarzo, raccolto fossili e scoperto la cultura dei Berberi, i nomadi del deserto. Dopo un’escursione emozionante, ho trascorso la notte nel lussuoso Merzouga Desert Camps, sotto un cielo stellato che sembrava dipinto apposta per noi viaggiatori.
Il momento che ho preferito, oltre alla possibilità di fare sand boarding, vedere tramonto e alba e cielo stellato, è stato radunarsi attorno a un falò con dei ragazzi berberi che hanno suonato e cantato per noi. Poi Daniele, il mio compagno, ha preso la chitarra in mano e tutti insieme abbiamo cantato Bella Ciao. E’ stato uno scambio culturale molto emozionante.

Ne parlo meglio nei video e in un post di Instagram, ma voglio spendere altre due parole sui Berberi.
I Berberi, antichi abitanti delle montagne del Nord Africa, portano con sé un ricco patrimonio culturale e tradizioni millenarie. Le donne berbere, in particolare, giocano un ruolo fondamentale nella società, essendo spesso considerate custodi della conoscenza e delle tradizioni familiari. Vestite con i loro abiti tradizionali colorati e ornate di gioielli artigianali, le donne berbere sono libere e incarnano la forza, la bellezza e la resilienza del loro popolo. Spesso sono anche abili artigiane, coinvolte nella produzione di tessuti, tappeti e oggetti d’arte che riflettono la loro cultura e il loro stile di vita nomade. La loro presenza e la loro influenza sono una testimonianza vivente della ricchezza e della diversità della cultura berbera.

La bandiera berbera, conosciuta anche come bandiera Amazigh (berbero viene da barbaro, appellativo dato dagli antichi romani), è un simbolo di orgoglio e identità per il popolo berbero. Composta da tre strisce orizzontali di colore blu, giallo e verde, rappresenta i principali elementi naturali della vita berbera: Il colore blu rappresenta il cielo, simbolo di libertà e pace; il giallo simboleggia il deserto e il sole, fonte di vita e prosperità; mentre il verde rappresenta la fertilità della terra e la rinascita. Al centro, un uomo libero. La bandiera berbera è un simbolo di unità e resistenza per il popolo berbero, che attraverso di essa esprime la propria identità culturale e la lotta per il riconoscimento dei propri diritti e della propria eredità storica.

Giorno 5: alla scoperta dei tesori nascosti

Il mio viaggio ha proseguito con una serie di soste indimenticabili, da Alnif a N’Kob, una zona famosa per i fossili e dove abbiamo visto il primo mercato autentico e assolutamente non turistico del Marocco e dove un gentile contadino mi ha regalato le radici di curcuma, passando per Timidarte e Agdz, famosi per i datteri. Ho avuto l’opportunità di esplorare luoghi autentici e incontrare persone affascinanti lungo il percorso, concludendo la giornata al Riad Tabhirte, immerso nella tranquillità e nella bellezza dei palmeti. Questo è il pernottamento più bello in assoluto (ed economico).

Una parola sul vero mercato Marocchino: non abbiamo visto nessun turista e ci sentivamo osservati come se fossimo noi un’attrazione, soprattutto dai bambini. C’era la vendita delle pecore, del cibo, dei veli. Un po’ di tutto insomma, dalle pentole alle galline. Abbiamo così assaporato un po’ di vita reale delle famiglie locali, nemmeno troppo abituate a noi turisti. Nessuno cerca di venderti nulla, ma tutti ti sorridono.

Giorno 6: un arcobaleno di emozioni

Strada facendo, abbiamo scoperto delle montagne arcobaleno emerse durante gli scavi per costruire la strada. Mi hanno regalato uno spettacolo unico e mi hanno riportato alla memoria le montagne arcobaleno del Perù, prima di dirigermi verso Ourzazate per una visita alla cooperativa di Argan Tabounte e alla miniera di sale.
La cooperativa è un modo per dare lavoro alle donne e porta loro una piccola indipendenza economica dagli uomini. Se. non potete andare fin lì vi consiglio di rivolgervi a Herboriste Secret nella medina di Marrakech, che parla benissimo l’italiano ed è molto fornito, ma come cooperativa vi consiglio quella che abbiamo visitato qui e non menziono le altre, perché la trovo più autentica ed economica. Guarda il video per sapere cos’è successo lì dentro…
Le miniere di sale invece sono state un incredibile regalo del Viaggio Lento e di sicuro la cosa che più mi ha emozionato in Marocco. Guarda il video, ne vale la pena e conoscerai Oulet.
Il ritorno a Marrakech è stato allietato da una cena memorabile presso il Souk Kafé, prima di ritirarmi al Riad Jnane Mogador, un’oasi di pace nel cuore della città.

Giorno 7: cascate e relax

Un’escursione alle cascata di Ouzoud ha reso la mia giornata ancora più speciale, seguita da un meritato momento di relax in hammam. La serata si è conclusa con una cena deliziosa al Toubkal, che vi consiglio per la varietà, la bontà, l’abbondanza e il prezzo ridicolo nonostante sia nella piazza principale, mentre il Riad Jnane Mogador ha offerto un riposo rigenerante per ricaricare le energie.

Le Cascate di Ouzoud sono una meraviglia naturale situata nel cuore del Marocco, a circa 150 chilometri a nord-est di Marrakech. Queste spettacolari cascate sono considerate tra le più alte e più maestose del Nord Africa, con una altezza che raggiunge i 110 metri.

Le cascate sono circondate da una lussureggiante vegetazione, con palme, alberi da frutto e terrazzamenti agricoli che aggiungono ulteriore fascino al paesaggio. Il fiume Ouzoud forma una serie di piscine naturali, ideali per rinfrescarsi durante le giornate calde estive, e offre numerosi punti panoramici da cui ammirare lo spettacolo delle cascate. Ah, si può campeggiare liberamente!

Il sito delle Cascate di Ouzoud è anche popolare tra gli amanti della natura e degli sport acquatici, che possono praticare attività come il trekking, il birdwatching e il kayak lungo il fiume. Inoltre, lungo il percorso verso le cascate si possono incontrare gruppi di scimmie di Berberia, che vivono liberamente nella zona e aggiungono un tocco di fascino e divertimento all’esperienza. Sono le stesse che abbiamo visto a Gibilterra!

Per raggiungere le Cascate di Ouzoud da Marrakech, è possibile prendere un’escursione guidata in giornata o noleggiare un’auto e guidare autonomamente lungo la strada panoramica attraverso il suggestivo paesaggio delle montagne dell’Atlante. Io vi consiglio proprio l’ultima opzione e vi spiego il perché nel video. In ogni caso, una visita alle Cascate di Ouzoud è un’esperienza imperdibile per chiunque desideri esplorare la bellezza naturale e la ricchezza culturale del Marocco.

L’hammam è un’antica tradizione dei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, un rituale di purificazione e rilassamento che offre numerosi benefici per la salute e il benessere. Questi bagni pubblici sono luoghi sacri di pulizia fisica e spirituale, dove la gente si riunisce per socializzare, rigenerarsi e prendersi cura del proprio corpo.

Il rituale dell’hammam inizia con il calore, con i visitatori che entrano in una sala di vapore o sauna per rilassarsi e aprire i pori della pelle (nel mio caso sono state aggiunte secchiate d’acqua). Successivamente, viene applicato un sapone nero sulla pelle, un prodotto a base di oli vegetali e olive nere che viene massaggiato delicatamente per rimuovere le cellule morte e le impurità della pelle (che poi mi sono comprata al mercato locale). Dopo il massaggio, si procede con un risciacquo vigoroso con acqua calda, seguito da un bagno di acqua fredda per stimolare la circolazione sanguigna.

I benefici dell’hammam sono molteplici: oltre a pulire la pelle in profondità, il vapore e il massaggio aiutano a ridurre lo stress, alleviare la tensione muscolare, migliorare la circolazione e promuovere una sensazione generale di benessere e relax. Inoltre, l’hammam è considerato un’esperienza terapeutica per il corpo e la mente, offrendo un momento di tranquillità e riflessione in un mondo sempre più frenetico e stressante.

Giorno 8: il ritorno a casa

Con il cuore pieno di ricordi preziosi e la mente ricca di esperienze indimenticabili, è giunto il momento di salutare il Marocco e fare ritorno in Italia. Se c’è una cosa che ho imparato da questo viaggio è che le avventure più belle sono quelle che viviamo con il cuore aperto e lo spirito libero.

Lascio qui ulteriori spunti utili a organizzare il viaggio:

E così, con la promessa di nuove avventure che attendono di essere vissute, mi congedo da voi, cari amici viaggiatori. Grazie per avermi accompagnato in questo straordinario viaggio nel cuore del Marocco!