Sono ormai passate alcune settimane dal mio viaggio sul Cammino di Santiago de Compostela e nonostante sia stato un viaggio incredibile oggi non ti parlerò degli aspetti tecnici di questa esperienza, vorrei cercare di scrivere nero su bianco ciò che per me ha significato.

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Come sempre nella vita non è un pezzo di carta che fa la differenza… ma quanta emozione nel riceverlo

Per tutte le altre curiosità ti rimando all’intera playlist con i video girati sul Cammino di Santiago e agli altri articoli del blog. Inizio con il dire che i miei piedi hanno attraversato due fasi. Per un buon terzo di cammino sono stati abbastanza sofferenti, poco collaboranti e bramosi di riposo. Nel resto del cammino hanno gradualmente preso forza e coraggio, finché non mi hanno dato quella fantastica sensazione di non toccare più terra.

Hai mai provato quella sensazione di volare, invece che camminare, mentre cercavi di raggiungere un luogo o una persona? Io l’ho provata mentre arrivavo alla meta. E’ stato strano, ma molto bello.

Ero lì, di fronte al cartello Santiago de Compostela e ho iniziato a sentire il cuore battere a mille, così ho camminato veloce per gli ultimi km, finché avevo le lacrime agli occhi e una strana euforia addosso. Non sentivo davvero più l’asfalto sotto i piedi. Avevo vinto la mia sfida

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Una volta a casa ho visto il viaggio da una prospettiva diversa. Non ero più la ragazza spaurita ed emozionata che chiedeva informazioni prima di partire. I ruoli si sono capovolti e ora ho tanta forza, sicurezza e determinazione in più.

Il mio mondo ora è cambiato. So cosa voglio e so chi sono. Lo devo ad aver deciso di prendermi del tempo per me stessa, lontano dai problemi (che poi non sono mai veri problemi) della vita quotidiana, all’aver deciso di uscire violentemente dalla zona di comfort in cui amavo stare a crogiolarmi e lamentarmi tutto il giorno, lo devo all’essermi fidata della gente e all’averci messo tanta determinazione e coraggio nell’arrivare fino in fondo.

La cosa più importante che mi ha regalato il Cammino è però stata l’amicizia di tante persone stupende, angeli protettori che non smetterò di avere nella mia vita. A loro devo molto. Ora so volare, l’ho anche inciso sulla pelle. So volare e non avrei mai pensato di potercela fare davvero.

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La cosa più stupefacente di tutte è che ad un certo punto è stato naturale svegliarsi all’alba, infilare le scarpe e macinare 40 km sotto il sole. E’ stato naturale anche quando ballavo e cantavo, è stato naturale correre con i cagnolini randagi, è stato naturale passare dall’inglese, allo spagnolo, all’italiano in un’unica conversazione. Quasi un gioco.

E che trauma tornare alla vita di prima, senza più quella libertà che solo il Cammino di Santiago sa dare. Sento il bisogno di lasciare tante cose di questa vecchia e stantia vita. Ho bisogno di esplorare nuovi cieli. Non c’è giorno che io non mi chieda cosa mi riserverà il futuro, sento di essere vicina ad una svolta. Quanta sicurezza mi ha dato. Quanta positività. So volare.

Ti lascio alla playlist dei video girati sul Cammino di Santiago, un abbraccio.